Prefetto Piantadosi, chiediamo il diritto alla casa.
Da poco tempo si è insediato il nuovo Prefetto di Roma, Matteo Piantadosi, tra le priorità individuate nel suo primo intervento vi è quello di tornare ad applicare gli sgomberi previsti dal piano prefettizio. Infatti secondo il nuovo rappresentante del Ministero dell’Interno “La proprietà privata è sacra” anche prima del diritto all’abitare delle persone.
E’ cambiato il governo ed ora il prefetto ma i proclami restano sempre gli stessi, la famosa lista di immobili da sgomberare partorita dalla precedente Prefetta Pantalone non è stata modificata ed anzi viene rilanciata la necessità di liberare gli immobili occupati.
A nostro avviso la priorità di un Prefetto però non può essere quella di dichiarare sacra la proprietà privata mentre in ballo c’è il diritto alla casa per tantissimi cittadini. Si deve assicurare il diritto ad uno standard di vita adeguato di ogni cittadino attraverso l’accesso per tutti ad alimentazione, vestiario e abitazione. Il diritto alla casa deve tornare ad essere una priorità per salvaguardare tutte le persone che dormono in strada.
Viviamo in una città con 14 mila senzatetto e oltre 10 mila persone che attendono una casa popolare che restano un miraggio perché sono poche e per la lentezza delle assegnazioni da parte degli enti preposti in un contesto in cui il mercato immobiliare è sempre più inaccessibile per migliaia di famiglie.
Il prefetto e la sindaca di Roma dovrebbero considerare soluzioni alternative in tempi adeguati per gli occupanti, molti dei quali sono idonei all’assegnazione ma in lista d’attesa da anni per una casa popolare.
Il danno causato da tempistiche così lunghe e da un lavoro inefficiente si riversa anche sugli oltre 49 mila cittadini che rischiano lo sfratto poiché sono ancora in attesa dei 12 milioni stanziati a maggio e dei 15 milioni più recentemente erogati per il contributo all’affitto dalla Regione Lazio. Basta solo pensare che per sfratto ci sono migliaia di sentenze che probabilmente troveranno esecuzione dopo il 31 dicembre 2020.
Noi non smetteremo mai di chiedere più case, più lavoro e più opportunità di riscatto per tutte le fasce deboli della nostra società. Staremo sempre a fianco degli ultimi perché #nessunosisalvadasolo e lo abbiamo capito attraversando i nostri quartieri in piena pandemia, ascoltando le persone che li vivono da vicino e cercando nel nostro piccolo di rendere questa città un posto migliore.