Tutta colpa del Reddito di Cittadinanza? No, di diritti e salari mancati
Da settimane imperversa il solito dibattito estivo circa la mancanza di manodopera per i lavori stagionali, in particolare nei settori della ristorazione e dell’Agricoltura. Secondo una fitta schiera di imprenditori ed esponenti politici sarebbe tutta colpa del reddito di cittadinanza.
Questa misura presenta molti limiti, ed in passato non abbiamo lesinato critiche perchè ad esempio andrebbe esteso a chiunque, a prescindere da quanto si risiede in Italia, va reso uno strumento individuale e non per nucleo familiare ed allargato notevolmente l’importo economico del contributo assegnato ai soggetti indigenti.
È stato però il primo vero strumento che ha tentato di affrontare in maniera più organica la povertà dilagante di questo paese, ulteriormente allargata con la pandemia, per ridare fiato a milioni di persone che non riescono a mettere insieme neanche il pranzo con la cena.
Quindi se le imprese non trovano forza lavoro è colpa della mancanza di contratti regolari, fenomeno assai diffuso in alcuni settori, diritti e salari degni. Semmai è un effetto positivo che il Rdc possa dare maggiore capacità negoziale alle persone per dire no a salari da fame e condizioni di lavoro semischiaviste.
Stiamo sconfiggendo il virus con la campagna vaccinale, ma per sconfiggere la povertà c’è molta strada da fare.
Con più welfare, non meno.